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giovedì 4 aprile 2013

Come ti metto a nanna il pupo

Le notti in bianco le conosco bene. Il primo anno di vita del patato è stato traumatico. Non abbiamo dormito per un anno intero, e negli anni dopo a pezzetti, sempre risvegli notturni, sempre qualche problema. Non eravamo più noi stessi, ma degli zombie che cercavano di scovare quegli ultimi barlumi di lucidità per concentrarsi sul lavoro, per "portare a casa la giornata", e con l'incubo della notte che si avvicinava.
Ho pianto tanto. Perchè ero stanca. Mi trovavo a piangere per un nonnulla. E purtroppo ero circondate da persone che non mi potevano capire. Le mie amiche avevano bambine "perfette" dormivano tutta la notte, mangiavano tutta la pappa senza problemi, e io mi sono ritrovata a pensare più volte "perchè proprio a me" "dove sbaglio", perchè il mio bambino non mangia volentieri, perchè non dorme, perchè ogni novità deve essere un problema. Vivevo tutto con molta ansia. Tanti consigli da parentitudine non richiesti, e ti facevano sentire una mamma inadeguata, non brava. Ma io dentro di me, in un angolino, sapevo,  che ero una brava mamma e che facevo tutto il possibile, ma i fatti non mi davano ragione.
Quando ha iniziato a dormire quel poco, e  ho iniziato a riacquistare le forze e il barlume della ragione, perchè quando sei in quel vortice del non dormire, vivi per sopravvivere, non hai le forze mentali e fisiche per fare tutto. Ho iniziato a informarmi, leggere libri, cercare una soluzione. E incrociando letture, pensieri, metodi, ho trovato il mio.
Ho iniziato con il patato seppur in tarda età, se non mi ricordo male intorno ai 3 anni circa, e abbiamo risolto tutti i problemi della messa a letto (quelli del tipo: voglio addormentarmi nel lettone, voglio la mamma che mi tiene la mano finchè non dormo, ma se me la togli mi sveglio, a metà notte ti ritrovi a dormire con il nano in mezzo e così nessuno dormì più tranne lui, e tutti quei vizi che si danno che noi mamme e papà conosciamo bene, perchè quando sei un genitore disperato perchè il pupo non ti dorme fai di tutto per cercare di farlo dormire, perchè sei sfinito, perchè non riesci più a uscire da queste dinamiche).
Quando è nato Giobi, mi sono detta mai più un'esperienza devastante così, un'altra volta non ce la posso fare, io e il papi avevamo l'incubo delle notti in bianco, il papi mi ha dato carta e bianca e abbiamo fatto forza comune, ha seguito il mio metodo,  l'abbiamo messo in pratica e ha funzionato.
Con lo stupore del  parentume vario, che ha fatto di tutto per sabotarmi.
Le parole chiave sono: regole e rito della buonanotte.
Sta tutto lì in quelle due parole.
Bisogna creare il RITO DELLA BUONANOTTE.
Una volta creato il rito non bisogna assolutamente modificarlo e tutte le persone che mettono a nanna il pupo devono seguire lo stesso rituale. Si eviteranno capricci e crisi, e la messa a nanna risulterà un momento dolce, di raccoglimento tra genitore e figlio, come è giusto che sia alla fine di una giornata.
Con Giobi ho iniziato a 3 mesi. Non prima, perchè il neonato non può recepire ancora tale rituale, in più mangia ancora un sacco di volte di notte.
A 3 mesi ho spostato il lettino dalla camera matrimoniale in quella dei bambini, così che si abituassero tutti e due alla condivisione della cameretta (avendone una sola).
Tutte le sere tra le 20.30/21 portavo a nanna Giobi. Siamo noi genitori che dobbiamo insegnargli ad andare a dormire, i bambini non sanno come si fa,  dobbiamo creargli delle regole. La regola di Giobi sulla messa a letto è "si va a dormire tra le 20.30/21 max".
Dopo avergli messo il pigiamino, e avergli fatto un pò di coccole pre-nanna, entro nella cameretta con la luce soffusa, lo metto nel lettino, gli avvicino il suo pupazzino (oggetto di transizione, sempre lo stesso da quando è nato), il suo ciuccio, e gli dico sempre la stessa frase "Buonanotte amore mio, sogni d'oro, ti voglio bene", spengo la luce, esco dalla stanza, chiudo la porta.
Ci sono voluti circa due mesi, all'inizio è logico piangeva, allora aspettavo  5 minuti e poi entravo a rassicurarlo, ma senza prenderlo in braccio, e a mano a mano allungavo il tempo. Bisogna essere tenaci, MAI cambiare sistema, una volta deciso cosa fare e cosa dire, attenersi alla routine creata. Questo vale per tutti i sonnellini della giornata.
 Il pupazzo scelto come oggetto di transizione rimane sempre nel lettino. Non è oggetto di gioco durante il giorno.
E' molto dura solo all'inizio,  in seguito  i benefici ti ripagano di quei mesi spesi a creare la routine.
In neanche 5 minuti Giobi va a nanna, e questo non è fantastico??!!!
Quando l'anno scorso a settembre aveva iniziato il nido, avevo comprato un pupazzino simile e il ciuccio uguale e glieli avevo fatti mettere nel lettino, avevo spiegato alle maestre come comportarsi nella messa a letto, e anche loro, non hanno mai avuto problemi. Ormai aveva già preso il giro giusto.
imparando ad addormentarsi nel lettino da solo, anche quando si sveglia non rimarrà traumatizzato,  e non si sveglierà piangendo. Importante: metterlo nel lettino quando è ancora sveglio. Perchè lui deve capire che quando si va lì si dorme, e deve imparare ad addormentarsi da solo.
Con il patato invece cosa succedeva, si addormentava nel lettone, poi con passo felpato lo trasportavamo nel lettino, ma dopo neanche un'ora si svegliava in lacrime urlando. E ci toccava andarlo a riprendere. Vi riporto l'esempio che ho letto su un libro: è come se noi adulti ci addormentassimo sul divano e ci svegliassimo nella vasca da bagno, non saremmo spaventati? I bambini uguale, se si addormentano nel lettone o comunque con a fianco un genitore, appena si svegliano e non ritrovano l'ambiente che avevano vanno in crisi e piangono. I bambini si svegliano più volte a notte, cambiano posizione, e se ne accorgono se c'è qualcosa di diverso. Invece insegnandogli ad addormentarsi da soli nel loro lettino questo problema non si crea.
Il mio consiglio è cominciare subito, intorno ai 3 mesi. Vedrete che a parte le notti in cui stanno male, per il resto, farete sonni tranquilli.
Poi a mano a mano che crescerà modificherò il rito, inserendo una alla volta una nuova cosa da fare ( per esempio la storia, il lavaggio dei denti, ecc..).
Per il patato è stato tutto più difficile. Con lui non avevamo metodi. Anzi ne avevamo troppi, e li provavamo tutti, creando solo confusione in lui, ma questo non lo sapevamo.
Ora il nostro rito della sera è così: dopo cena può guardare un cartone animato. Finito il cartone si va in bagno, ci si lava i denti, si fa la pipì, si va in camera, mette il pigiama e si infila nel letto.
Il lunedì, mercoledì, venerdì e la domenica gli racconto io la storia. Gli altri giorni il papà. E guai a sgarrare.  il rito è questo, non si possono invertire le cose o cambiare (per es: prima pipì e poi denti) perchè  lui ti dice di no, ti dice che non si fa così. Bisogna rispettare tutti i passaggi. e io e il papi non possiamo scambiarci i giorni ( a meno che uno non ci sia, allora si può), perchè lui ci rimane male e lo disorienta, perchè se abbiamo detto che si fa così dobbiamo mantenere la parola data.
Tutto questo lo rassicura, i bambini sono abitudinari, fare e ripetere tutti i giorni le stesse cose gli dà quel senso di sicurezza per affrontare quello che hanno davanti, in questo caso il fatto di andare a dormire e addormentarsi da soli.  Naturalmente è stato deciso anche l'orario, indicativamente alle 21.
Con il patato posso veramente affermare che è stata una battaglia, abbiamo lottato per fargli fare tutto, mi ricordo che stavamo chiusi nel bagno delle mezz'ore, non si usciva finchè non si sarebbe lavato i denti. Ora fa tutto in automatico, senza che nessuno di noi debba ricordargli "spegni la tv" "vai a lavarti i denti", anzi è lui che ci chiama " mamma andiamo è ora" .


22 commenti:

  1. Bravissima! Anche il mio è abitudinario, e la sua abitudine è: non si va a letto, non si resta a letto quando mamma esce dalla stanza, non si dorme mai, punto. :))))

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  2. Guarda con i miei due è stato un disastro per un bel po' ma non la messa a letto quanto le nottate ... e manco nel lettone volevano venire ...delirio ...anche noi ora abbiamo pochi problemi se manteniamo la routine ... sololamammasololamamma (mio marito alla sera rientra tardissimo e quando rientra in tempo non cè verso non lo vogliono!!) ma poi arriva il cambio dell'ora ed è un delirio !!! Uffi

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    1. uh nooo, per noi questo cambio dell'ora è stato la manna dal cielo, siamo risciuti a spostare l'ora della sveglia al mattino, in nostro favore!!

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  3. Con Cestno ho avuto lo stesso problema, venti mesi di no sonno ed anche ora non è che siam messi bene, soprattutto per l'addormentamento. Ho paura che con l'arrivo della piccola la storia si ripeta anche se ho un po' di esperienza e consapevolezza in più. Tuttavia so che non sarò capace di applicare il metodo che hai usato tu, ci proverò ma sono debole alle lacrime.

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  4. Certo è che l'esperienza insegna. Io ho avuto lo stesso problema con il secondo, il primo dormiva da se come un ghiro e tutta la notte e così anche il terzo :)

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    1. ehhe hhe peccato... non vale il proverbio non c'è il due senza il tre!

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  5. Sarebbe davvero bello se fosse così semplice. Il rituale della buonanotte può servire, ma non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo, purtroppo.
    Con il nostro primogenito ha funzionato benissimo a partire dai cinque mesi: alle 20 si faceva il bagnetto, si faceva un gioco tranquillo e poi lo mettevamo nel lettino, gli cantavamo una bella canzoncina e via alle 20.30, nel giro di pochi minuti si addormentava. Se poi si risvegliava di notte era sufficiente una ciucciatina o una coccola ed era a posto!

    Con la piccola di casa invece non c'è stato verso. Abbiamo provato di tutto, ma lei odiava il lettino e odiava stare da sola e più di una volta ha pianto fino a vomitare, tanto che fino ai 16 mesi si è addormentata solo addosso alla sottoscritta.
    Le cose hanno iniziato a migliorare quando abbiamo eliminato il lettino con le sbarre e l'abbiamo messa in un lettino basso accanto al fratellone.
    Solo a 2 anni e mezzo siamo riusciti a convincerla che per il rituale della nanna i due genitori sono intercambiabili. Prima di quel momento se era il papà a sostituirmi lei piangeva e piangeva e piangeva fino a vomitare tutta la cena!!

    Da quel momento era comunque richiesta la nostra presenza fino a che non crollava addormentata e, immancabilmente, intorno a mezzanotte arrivava nel lettone.

    Per fortuna, andando alla materna, pian piano ha smesso di dormire al pomeriggio e di sera è molto stanca, così tutto si è molto semplificato... all'alba dei 3 anni e mezzo!!

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    1. Cavoli è stata durissima. con certi bimbi puoi applicare tutti i metodi del mondo, ma se non vogliono non vogliono...

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  6. Mi sono riconosciuta in ogni tua parola! Mi sa che abbiamo letto lo stesso libro!

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    1. un mix di un pò di libri, e qualche puntata di Tata Lucia...

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  7. siete stati bravi, anche noi rito della buonanotte uguale a quello di prince....pigiama, denti, bacino a tutti, un due tre dondolata con le braccia e poi "gettata" nel lettino e storia scelta da lei

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  8. molto molto bello il tuo blog, ci sono arrivata per caso e già mi piace :)

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  9. eh, mi sa che sono di molto in ritrdo, sigh. i miei nanetti hanno 1 e 2 anni (a proposito, anche io vivo con tre maschi in famiglia! ;))

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    1. poverelle noi... come ti capisco. Unico lato positivo: da grandi non ci ruberanno sicuramente i trucchi ;-)

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  10. Che dire? Il nostro metodo, con il nano, primo e unico (per ora) figlio, è identico.
    L'ho raccontato qui: http://www.mammavvocato.blogspot.it/search/label/nanna
    All'inizio il nano piangeva anche per ore a intermittenza ma nel giro di un paio di settimane è andato tutto a posto.
    Ogni volta che lo racconto però, mi sento dire che sono un mostro ad averlo lasciato piangere...ma va bè, ognuno fa a modo suo.
    Unica differenza: l'oggetto transizionale per il nano c'è sempre, se lo porta ovunque e ci gioca, però all'asilo lo ripone nell'armadietto e lo prende solo per dormire, insieme al ciuccio.

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    1. Andrò a leggere il post. Secondo me ognugno deve fare quello in cui crede. no che non sei un mostro. Io stavo chiusa in bagno mezz'ore con lui piangente che non si voleva lavare i denti, e altre scene per altre cose che non ti dico...

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